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QUANDO L’ORGANIZZAZIONE INFORMALE FRENA L’EVOLUZIONE DELL’IMPRESA

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Settimana scorsa ho parlato degli effetti critici della comunicazione informale in azienda. Ma spesso quella non è che la punta dell’iceberg.


Sotto la superficie si nasconde un’altra questione ancora più sistemica: l’organizzazione informale. Quella che non trovi su un organigramma, ma che regola (o meglio, deregola) la vita dell’impresa.


Succede spesso nelle PMI: ruoli vaghi, responsabilità sfumate, processi affidati alla memoria o all’esperienza individuale. L’azienda va avanti non perché è organizzata, ma perché “qualcuno si arrangia”. E questo "qualcuno" è spesso sempre lo stesso: l’imprenditore accentratore, che diventa il vero centro decisionale, operativo e spesso anche esecutivo dell’intera impresa.


In questi contesti:


  • Non esiste vera delega: tutto passa dal vertice, che diventa un collo di bottiglia decisionale.

  • Le persone si muovono “a intuito”, più per relazioni personali che per chiari compiti e responsabilità.

  • Le decisioni si basano su dinamiche informali (amicizie, confidenze, precedenti taciti), e non su dati, ruoli e criteri condivisi.

  • Le iniziative si moltiplicano ma raramente si consolidano, perché manca una regia coerente e strutturata.


L’organizzazione informale può sembrare flessibile, veloce, persino “umana”. Ma nel lungo periodo porta a inefficienze, frustrazioni e una cronica incapacità di crescere davvero.


Il problema non è solo tecnico, è prima di tutto culturale: un’impresa non può evolversi se resta prigioniera di logiche “padronali”, dove tutto ruota attorno a chi comanda, ma nessuno guida davvero.


Formalizzare non vuol dire burocratizzare. Vuol dire dare chiarezza, definire spazi di azione, rendere l’azienda meno dipendente dalle persone e più capace di valorizzarle. Vuol dire costruire una struttura che sostiene le relazioni, non che le soffoca.


Il mio consiglio? Fermarsi, osservare e domandarsi: l’organizzazione che stiamo vivendo è quella che serve alla crescita o è quella che ci tiene fermi?


Perché un’azienda evolve solo quando passa da persona-centrica a sistema-centrica. E questo cambiamento è la vera sfida culturale della PMI italiana.

 
 
 

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